mercoledì 24 novembre 2010

SCRITTORI SI DIVENTA !

Pubblica le tue poesie e i tuoi racconti. Adesso puoi con il Blog "Quelli che ... scrivono".

22 commenti:

  1. LA FOGLIA
    Guardavo una delicata ballerina
    era davvero tanto carina.
    Volteggiava,roteava,di colpo si fermava
    e mai si stancava.
    Un attimo si riposò
    ma il vento del nord
    lontano la portò.

    Martina Mancuso 2°A

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  2. Nonni
    Nonni, voglio parlarvi.
    Sapete che cosa in cuore sento?
    Sento di amarvi.
    Sapete perché vi voglio bene?
    Perché voi volete bene a me.
    Quando ho la mano nelle vostre,
    provo un senso di riposo,
    nulla più mi fa paura,
    mi sento forte e coraggioso.
    Pensate a quello che vi ho detto.
    Il vostro cuore sarà contento
    Al color del mio affetto.

    Onofrio Curreri 1°A

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  3. STELLA,STELLINA
    stella,stellina
    tu che ogni sera mi stai vicina.
    e' lei che mi ammira per tutta la sera,
    che mi accompagna ovunque vada,
    che e' una vera amica e
    non ti tradisce mai.
    lei con il suo candore e calore,
    mi indica la via giusta.
    VIVIANA BORDONARO 1A

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  4. LA PACE
    LA PACE E' AMORE
    LA PACE E' FONDAMENTALE
    LA PACE E' AMICIZIA
    LA PACE E' RISPETTO
    LA PACE E' FRATERNITA' FRA I POPOLI
    LA PACE E' LA COSA PIU' BELLA DEL MONDO
    PIAZZA GIUSEPPE 3C

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  5. Amicizia E una cosa bella essere amici cantare insieme e sentirsi felici Con la mia amica è bello giocare a pallavolo e a ballare La mia amica è un tesoro preziosa coma l'oro La mia amica è un grande cielo che ti copre con un velo La mia amica è un fiore che sboccia nel mio cuore La mia amica è un arcobaleno sul mio viso che se piango mi fa tornare il sorriso E aspetta un momento che ora ti dico che non devi mai abbandonare un AMICO. Giulia Castiglione 2°C

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  6. A TE...
    A TE,che arrivi all'improvviso col tuo passo
    gentile e delicato.
    A TE,che camminoi,serena,in terra desolata,
    ma in cerca di ristoro.
    A TE,col tuo sorriso rassicurante,
    mentre tendi la mano.
    A TE,che ti concedi senza mai
    chiedere nulla in cambio.
    A TE,amore riconoscente,
    affetto vivo e reciproco.
    A TE,AMICA MIA!
    Tecla Orlando 1°A

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  7. Le Stelle
    Guardo le stelle in questa notte così scura;
    Esse sono così brillanti,sono a migliaia;
    Hanno il compito di aiutar la luna ad illuminare il cielo notturno.
    Brillano e luccicano fino a quando non arriva il sole a prendere il loro posto.
    Son sparse ovunque,ogni tanto ne cade qualcuna,ma subito dopo ne rinascono altre.
    Non si può non rimanere magicamente affascinati dalle stelle,che durante la notte ti accompagnano ovunque!
    MARIKA MANCUSO 3°A

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  8. Ghiacciol Martino
    La neve agli irti ghiacci
    imbiancando le case cade
    e con gli iceberg a galleggiare,
    il Titanic sta ad affondare.
    Ci son anche i pinguini
    sul porto ad aspettare
    i grandi pescherecci
    col pesce d'assaltar,
    ma tra gli scogli grigi,
    branchi di foche nere,
    come grandi baleniere
    sdraiate a salutar
    ANGELO COSTANZA 3°C

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  9. TRA VENTO E TEMPO

    Lento scorre il tempo sulle mie mani,
    sulla mia pelle;

    ogni secondo è un battito nuovo
    ogni attimo una nuova emozione,

    Scorre silenzioso questo tempo
    si fonde al vento che fresco soffia
    s'insinua nella mente
    e imprime il suo tocco
    marchiando a fuoco ogni istante.

    L'instabilità che il freddo mi da
    la sento pungermi la pelle
    divenire ago bruciante e pungente come ortica

    ENRICO RUSSELLO 3^A

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  10. L'orsetto

    E' lì da tanto tempo, ma aspetta, aspetta.
    Sta perdendo il suo vivace colore.
    Ma lui aspetta.
    La pioggia lo bagna,
    il vento lo asciuga
    e lui aspetta.
    Aspetta di essere ripreso dalla
    bambina che lo ha perduto.
    Attonito rimane lì, aspettando
    aspettando.
    Con i suoi occhi
    di bottone che brillano,
    brillano come una stella.

    CALOGERO CARLISI 3° A

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  11. LA SCUOLA
    La scuola non mi puiace tanto
    e di questo non me ne vanto,
    Ma per l'istruzione e trovare lavoro
    devo studiare tanto
    e guadagnerò un tesoro.
    Studiando non mi diranno cretino
    Il lavoro io avrò
    ma non pensiamo al futuro
    E a vivere sempre
    come bravo studente.
    Giuseppe Volpe 3A

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  12. La notte del 7 Febbraio 2007, a Messina, il corpo del signor Giulio Rossi, un importante impresario, molto noto in tutto il mondo dell età di 58 anni,fu trovato senza vita sul suo letto."è stato colpito alle spalle con 10 coltellate ma il coltello non e stato ritrovato sulla scena del crimine, era sicuramente un coltello da cucina, molto affilato, non c'è nessun segno di effrazione ma sono stati rubati degli oggetti, almeno così ha detto il maggiordomo, che lavora qui da molti anni e conosce la casa molto bene e tutta la servitù ha degli alibi di ferro" disse Angelo il giovane nipote quindicenne del commissario Gambino, che aspirava a diventare come lo zio e visto che viveva con lui e lo seguiva ovunque era molto esperto del mestiere.Dopo una lunga giornata di indagini il commissario e Angelo tornarono a casa, stanchi, molto tardi ma continuarono a lavorare, osservando le foto scattate al cadavere dal nipote, ma non ne ricavarono nulla, eccetto che il signor Rossi aveva un piccolo tatuaggio, un cuore con dentro una R, ma a loro non destò nessun sospetto.L'indomani andarono di nuovo a casa del signor Rossi.Angelo per la curiosità riguardò le foto ed era sempre più convinto che la R non si riferiva a "ROSSI" ma a qualcosa di più importante.Mentre lo zio stava esaminando il cadavere il piccolo Angelo incominciò a chiedere a tutti nel palazzo se tra la servitù o tra i familiari del signor Rossi c'era qualcuno che aveva un nome che iniziava con la R.Tutti gli risposero che c'era una certa Rosalia Forenze, una cameriera molto bella con i capelli rossi e gli occhi verdi.Non era in buoni rapporti con il signor Rossi, infatti dopo pochi mesi di lavoro si era licenziata, da quel giorno era sempre nervoso ma nessuno sapeva il perché.Angelo allora andò di corsa dallo zio e gli disse ciò che gli avevano riferito e lo zio gli disse di andare a cercare notizie sul web.Tra tutte le notizie trovate però nessuna corrispondeva alla donna descritta dalla servitù ma guardando meglio si accorsero di qualcosa di strano.Una Rosalia Forenze, con i capelli biondi e gli occhi azzurri...Niente di strano vero? Invece no! LEI AVEVA LO STESSO TATUAGGIO DEL SIGNOR ROSSI!!!
    Così cercarono di contattarla nascondendosi sotto le false spoglie di Silvio Scibetta. Un giorno il commissario Angelo e la presunta Rosalia Forenze si incontrarono in un bar al centro si Messina con l' inganno le presero le impronte digitali e dopo averla rassicurata presero un caffè e passarono un po' di tempo insieme,dopo le fecero vedere una foto del signor Giulio Rossi, lei scoppiò in un pianto infinito e scappò via.Dopo questo incontro non riuscirono più a contattarla.Il giorno dopo controllarono il corpo di Giulio Rossi e videro che c'erano le impronte di Rosalia ma non erano le uniche c'è n'erano altre, probabilmente di un uomo.Dopo alcuni giorni ci fu il funerale , a cui partecipò il commissario e il suo nipotino.Al momento dei saluti, davanti la porta della chiesa sbucò Rosalia, aveva un aria molto triste.Chiamo il commissario e gli chiese se potevano andare in commissariato, gli voleva dire una cosa molto importante.Arrivati lì la povera ragazza cedette, confessò, disse tutta la verità al commissario dicendo: "Sono stata io ad uccidere Giulio Rossi, insieme al mio ragazzo,io sono sua figlia,ho provato a intrufolarmi nel palazzo con una parrucca e le lenti, per non farmi riconoscere,poi ho ceduto,gli ho chiesto di riconoscermi come sua figlia,lui non ne volle sapere,nonostante tutti i miei sforzi,così presa dalla rabbia sono scappata di casa e con il mio ragazzo lo abbiamo ucciso,e abbiamo pure rubato alcuni oggetti,erano di mia madre,non sopportavo di vederli lì"...così il caso era risolto, e a Messina era nato un nuovo detective:...ANGELO...

    Mariachiara Vizzini 2C

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  13. Era domenica quando il commissario Stevenson, venne svegliato da un'improvvisa chiamata-pronto?-disse ancora in dormiveglia e l'agente Nelson rispose-salve sono l'agente Nelson,mi scusi se l'ho disturbata,ma purtroppo stanotte c'è stato un omicidio-e il commissario rispose-mi dica dove si trova-e l'agente -sono in via Cavour, numero 23 e rispose-bene sto arrivando-.Il commissario si vestì subito, salutò sua moglie Marylin e salì in macchina.Appena arrivato,uscendo dalla macchina,vide un gruppo di poliziotti,così entrò in casa e vide il cadavere disteso a terra-era una bella donna-disse l'agente Nelson-e il commissario Stevenson-è stata uccisa con un colpo di pistola-e l'agente-porto il corpo in caserma-e il commissario-va bene-.Il commissario uscì dalla grande casa e vide una ragazza,di nome Caroline,che piangeva. Allora incuriosito il commissario le disse -era tua mamma vero?-e caroline -si, non sarei dovuta andare a casa di Stacy ieri sera,a quest'ora lei non sarebbe morta-e il commissario-ma signorina non è colpa sua!Comunque le vorrei chiedere una cosa,suo padre dov'è?-e lei rispose- bhe in realtà io non ho mai conosciuto mio padre,mia madre mi raccontava che l'aveva abbandonata,ma non so il motivo-il commissario-va bene signorina la porteremo a casa di sua nonna per stare al sicuro-e lei rispose-va bene farò come dice lei signor Stevenson,la ringrazio tantissimo-.Appena arrivato in commissariato entrò nel suo studio e accese il suo computer e finalmente dopo ore e ore di ricerche trovò il marito della vittima:il signor Jhon Stuart,abitava ad Oxford in via Linford numero due.Il commissario prese il primo volo per Oxford e appena arrivato prese un autobus che lo portò in via Linford.Arrivò di fronte la casa:era molto vecchia,di colore grigio e con un portone semiaperto. Suonò il campanello e aprendo la porta lo vide: sì era proprio lui,era il signor Jhon Stuart.Il commissario disse-sono il commissario Stevenson,sua moglie è morta ieri -ci fu un lungo momento di silenzio e disse-io so chi è stato,ieri sera mi ha chiamato un certo Robin Lenver che cercava dei soldi,così mi disse che se entro mezzanotte non gli davo un milione di euro,avrebbe ucciso mia moglie,ma io purtroppo non avevo un milione di euro e non sapevo più neanche dove abitasse-e il commissario-quindi lei ha preferito far morire sua moglie!-dicendolo in modo stupito e senza parole, poi riprese e disse-perché non vivevate più insieme ?-rispose -perché io per lavoro ho dovuto trasferirmi qui così lei arrabbiata mi disse che non voleva separarsi da me e che se fossi venuto qui non mi avrebbe più visto e siccome avevamo una figlia come dovevo mantenerla senza un lavoro!Mi manca così tanto la mia piccola Caroline!Lei mi capisce,vero?-rispose -si,si la capisco moltissimo quindi lei le manteneva giusto?-e rispose-sì è così-e il commissario-ok! grazie per avermi detto tutto riusciremo a trovarlo!-disse mettendogli una mano sulla spalla.Il commissario ritornò a Liverpool e andò in commissariato e si ricordò che Robin Lenver era il proprietario di un negozio di alimentari così si mise il suo cappotto e andò in questo negozio.Arrivato lì trovò un signore con i capelli rossi e gli disse-è lei il signor Robin Lenver? - rispose-si sono io-e il commissario-lei ,è in arresto per omicidio!-e lui-io avevo bisogno di quei soldi!-e il commissario lo ammanettò senza dire una parola e lo portò in carcere.Subito dopo chiamò al signor Stuart e gli disse di venire a Liverpool perché c'era una sorpresa per lui.Appena arrivò il signor Stuart,il commissario fece uscire Caroline dalla macchina e disse-ecco,lei è sua figlia!-il padre emozionato l'abbracciò e disse-figlia mia-e Caroline-ti voglio bene,papà-entrambi ringraziarono il commissario e ritornarono a casa felici.Infine il commissario Stevenson ritornò a casa e come prima cosa pensò di quanto sia importante l'amore che si prova per i propri figli,così arrivato a casa entrò in camera di sua figlia Victoria e l'abbracciò dicendole quanto le voleva bene. AMALIA VELLA 2C

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  14. Il giorno dell'omicidio Miss Couvert era lì a casa di Loman, la vittima con gli altri commissari di polizia.-"è stato un omicidio"-diceva il commissario.
    La moglie di Loman Stuart mentre tornava a casa aveva visto tutti quei poliziotti davanti casa sua, non sapeva cos'era successo e quando arrivò nel salone vedendo suo marito morto,sul pavimento svenne e i poliziotti la portarono al pronto soccorso. Quando si svegliò entrarono i poliziotti, -"signora Stuart come si sente?" -chiese Miss Couvert.-"Ora bene,come posso aiutarvi?"-rispose la signora Stuart.-"Dov'era la sera dell'omicidio?"-chiese Miss Couvert.-"Ero al lavoro e tornavo la mattina perchè c'era molto lavoro",la signora continuava a parlare,-"Quella sera mio marito doveva cenare con un suo amico,di nome Alberto Abati". -"Va bene, grazie signora per oggi è sufficiente, arrivederci".-"Arrivederci"-rispose la signora. I poliziotti con Miss Couvert cercarono questo Alberto Abati,lo trovarono proprio a Roma.Andarono a casa sua e gli chiesero se era con Loman quella sera.Lui rispose -"Si ero lì ma non l'ho ucciso io". -"Perchè c'era andato signor Abati?". -"Siamo amici dalla scuola media e dopo essermi laureato in Giurisprudenza sono andato per lavoro a Milano e domenica sono arrivato qui a Roma per una vacanza. Lunedì mattina, uscendo di casa,lo avevo incontrato e mi avev invitato a casa sua quella sera, perchè sua moglie non c'era.-"A che ora se ne era andato signor Abati?". -"Intorno alle undici,perchè?". -"Aveva visto qualcuno lì vicino prima che se ne andasse?". -"Si, una macchina nera, il suo numero di targa era:BY205HC3. -"Ok,grazie". Sono fiero di averlo aiutato,buona giornata Miss Couvert.Lei non trovò l'auto, perchè la targa non esisteva, quindi il colpevole era il signor Abati, perchè aveva mentito per salvarsi la reputazione. -"Mi ha detto che sua moglie non c'era,non è strano commissario? -"Si,però..." -"Però cosa"- diceva il commissario.
    -"Abati e la signora Stuart si erano fidanzati alla scuola media e Loman gliela aveva rubato e l'ha ucciso per tradimento,perchè si sentiva più importante di lui"-diceva Miss Couvert. Lei con il commissario andarono da Alberto Abati e lui confermò tutto quello che aveva detto Miss Couvert al commissario. -"Signore Abati ora devo arrestarla per omicidio colposo, forza andiamo"-diceva Miss Couvert."Grazie a lei abbiamo risolto il caso"-disse il commissario. ELISA RUSSELLO 2C

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  15. Il cielo
    Guarda,guarda il cielo
    quando é bello di notte,
    quando é così solare il dì.
    Guarda,guarda le nuvole,
    sono tutte bianche come zucchero
    filato,come il veltro bianco e morbido+di una pecorella,piccola e bianca.
    quando scende la notte
    le nuvole vanno a dormire
    dietro i monti bianchi,
    e al loro posto scendono
    le stelle,brillanti e scintillanti
    BORDONARO VIVIANA IRENE 1A

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  16. LA FORESTA NERA

    Era notte fonda,la luna piena era ormai spuntata nel cielo e miliardi di stelle scintillavano come lampadine blu e rosse.Nancy era ancora sveglia e dal letto fissava la finestra aperta su quello scenario così misterioso:"La foresta nera".
    Prima di morire suo nonno Albert,un bravissimo mago capace di sconfiggere le forze oscure che abitavano quella foresta,gli aveva affidato tutto il suo laboratorio dove poter fare pozioni magiche e un grosso libro con dentro due foto:un' orco a due teste e un serpente con una lingua molto lunga.Questo era il suo compito:sconfiggere le ultime due forze oscure che abitavano la foresta.Il mattino seguente,dopo aver fatto un'abbondante colazione,scese giù in laboratorio e prese tutte le cose che servivano per affrontare questo lungo viaggio pieno di imprevisti.Mise nello zaino il libro,una lanterna,un'ampolla contenente sangue umano mescolato allo zolfo e all'acqua smeraldina(un veleno mortale)un'altra ampolla con sale marino e acqua smeraldina.Bevuto o spruzzato in faccia blocca la mente e rende immobile il corpo per almeno due ore.Lentamente senza far rumore,aprì la porta,e come un razzo corse fino alla foresta nera.L'ambiente era piuttosto buio e cupo,mentre si incamminava,Nancy notava la varietà di animali che ci abitavano come un uccello da mille colori con quattro ali , il becco d' oro e gli occhi rosa.Emetteva un canto soave e dalle sue ali usciva una polverina dorata;un animale a forma di batuffolo, tutto bianco che si muoveva su due zampe a molla.Ad un tratto Nancy inciampò e cadde a terra,poteva assaporare con le sue labbra la terra umida e sporca, vedeva tante formiche che si mettevano a trenino per andare nella loro tana. Era ormai notte e Nancy era stanca, da lontano intravedeva una piccola luce che usciva dalla finestra di una casa e sentiva un buonissimo odore di minestrone che non potè resistere a tal punto di bussare alla porta e chiedere una sistemazione per la notte.Ma quando la porta fu aperta vide davanti a sè un orco gigante a due teste che stava cucinando un minestrone molto disgustoso, infatti si intravedevano le teste di alcuni bambini che galleggiavano in quella gigantesca pentola. Nancy cominciò a correre, l' orco ordinò al suo cameriere,un serpente con una lingua molto lunga capace di catturare qualsiasi essere umano, di inseguirla. Le scarpe di Nancy affondavano sempre di più nel melmoso fango, quando ad un tratto si ricordò di avere nello zaino le pozioni magiche, ne prese una e la buttò verso il serpente il quale morì subito.Nancy rallentò il passo quando improvvisamente sentì un' odore sgradevole provenire da una grotta; curiosa di scoprire che cos' era entrò e sopra una grossa pietra c' era un fiore nero davvero puzzolente.Nancy aprì il libro e cominciò a sfogliarlo velocemente, e accanto all' immagine del fiore c'era scritto:"è il cibo preferito degli orchi, ma se le sue foglie vengono lasciate macerare nell' acqua smeraldina, si può ottenere un miscuglio mortale."Nancy felice di quello che aveva trovato chiuse il libro, prese alcune foglie del fiore e li lasciò macerare per un' ora nell' acqua smeraldina. Poi lasciò la tazza con dentro il veleno che aveva ottenuto davanti la porta dell' orco, suonò e si nascose.L' orco aprì, annusò un pò l' aria, prese la tazza e rientrò. All' improvviso sentì un grande tonfo,l' orco era morto e Nancy contenta di aver riuscito l' impresa ritornò a casa e mentre guardava il cielo ringraziava suo nonno di essergli stato accanto durante questo viaggio.

    CRISTINA MORREALE 3B

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  17. LA PACE
    Io vorrei che nel mondo non ci fossero nemici
    ma che fossimo tutti amici<,
    che non si considerassero nè la razza nè il colore,
    ma solamente il cuore;
    che ci dessimo la mano per fare un girotondo
    tutti uniti intorno al mondo.
    La pace è un bene prezioso
    è qualcosa di grande e di meraviglioso
    e con i suoi mille colori porta sorrisi e buoni umori.
    IANNELLO CLARISSA 1^A

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  18. IL PREMIO RACALMARE
    Grazie al prestigioso "premio Racalmare"
    noi ragazzi la lettura abbiamo imparato ad amare.
    Tra dialoghi, capitoli ed illustrazioni
    ogni libro letto ci ha regalato tante emozioni.
    Ci sono state letture divorate tutto d'un fiato
    e altre che ci hanno meno interessato.
    Ogni libro è stato un tesoro da scoprire
    e un bel lessico abbiamo potuto acquisire.
    La lettura è fonte di idee, riflessioni e pensieri
    tra argomenti di domani, di oggi e di ieri.
    Il libro è esperienza, morale e ammonimento
    solo leggendo, di cultura e di storia facciamo rifornimento.
    Il libro è un amico che ci arricchisce
    senza di lui la sete di conoscere svanisce.
    Un bambino con un libro in mano purtroppo si vede poco
    oggi i passatempi sono il computer, il cellulare e il videogioco.
    La lettura stimola la memoria, il ricordo, apre la mente
    è bello immergersi in un libro d'amore o d'avventura avvincente.
    Con il "premio Racalmare" abbiamo conosciuto le storie di tanti autori
    ma con le nostre recensioni abbiamo scelto i migliori.
    Noi abbiamo capito che un libro ci tiene compagnia
    a volte ci fa piangere, a volte porta l'allegria.
    Mi rivolgo ad ogni bambino, ragazzo ed adolescente
    leggere non è un obbligo ma è bello e divertente !!!
    ALISEA INFANTINO 1°C

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  19. Briciola

    Passa il pomeriggio
    a dormire nella sua cuccia,
    intrappolata dentro un recinto.
    La sua ciotola è vuota,
    ma la sua testa è piena di sogni.
    La sera alza i suoi occhi al cielo,
    e fissa le stelle;
    immagina la libertà.
    Sogna che un giorno,
    qualcuno riapra quella porticina,
    come faceva il suo padroncino
    prima di trasferirsi.
    Spera di poter morire,
    fuori da quel recinto
    che è ormai pieno di rugine.
    Mentre si abbandona senza forze sul terreno
    immagina di correrre felice con gli altri
    animaletti sfortunati in paradiso.

    Carlisi Gaia 2°C

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  20. UN INCONTRO MEMORABILE (1° PARTE)
    La morte di mia nonna mi aveva sconvolta, piansi per giorni perché ero consapevole che il suo posto a tavola sarebbe stato vuoto, che avremmo passato la festa di Pasqua senza le sue risate, senza la sua voce, senza i suoi occhi..
    Uscivo da casa solo per andare a scuola ma non parlavo con nessuno. Ad un certo punto pensai "Io sono solo Irina una ragazzina di 13 anni destinata a soffrire per il resto della sua vita". In quel periodo ero presa da pensieri malinconici. Il piccolo paesino era diventato grigio senza l'energia e la bellezza di nonna Eva. Da giorni nessuno vedeva stampato sul mio viso un sorriso. Neanche il mio cagnolino Rocky era riuscito a farmi sorridere con le sue acrobazie. Mia mamma Katia parlava con mio padre e io me ne stavo in camera
    mia a guardare la tv, dopo pochi minuti mio padre entrò ed incominciammo a parlare, io facevo finta di
    ascoltare ma in realtà non prestammo attenzione:"Noi due faremo un viaggio scegli tu la meta". Se non fossi stata in quelle condizioni sarei saltata dalla gioia, ma rimasi indifferente. Mia madre mi fissava sperando che la mia risposta fosse stata un urlo di gioia, quindi visto
    che gli altri si aspettano sempre che io faccia ciò che ritengono giusto,accettai ma promisi a me stessa che quella sarebbe stata l'ultima volta. Scelsi di andare in America a Hollywood per ammirare le famose star del cinema. Il giorno seguente feci le valigie e partii con mio padre. Arrivammo in aereoporto. Ci furono delle complicazioni con i biglietti aerei e quindi non potemmo prendere in tempo l'aereo; fortunatamente c'era un
    volo in partenza per le diciotto.
    Gym propose di prenderlo. Pensai che in fondo erano solo 2 ore di attesa.
    Quindi non avendo nulla da fare decisi di fare "un giro turistico" nell'aereoporto, mi interessava soprattutto osservare il nostro aereo; chiesi allo sportello delle informazioni dove fosse e la signorina mi indicò
    il luogo esatto.
    Appena uscii fuori il mio orologio indicava che erano le sei pomeridiane; andai a prendere le valigie, ma appena uscii cominciai ad innervosirmi.
    La giornata era cominciata meravigliosamente con un padre
    patetico ed un apparecchio volante rotto. era sudicio ed odorava di pesce avariato. Partimmo ma un tornado ci travolse facendoci girare ad una velocità pari a 600-800 km/h. Ci risvegliammo su un'isola. Secondo il radar del rottame eravamo sul nulla... Non era indicato nessun territorio. Almeno di una cosa eravamo certi: ci trovavamo nel bel mezzo dell'Oceano Pacifico, su un'isola sperduta e presumibilmente inesistente sulla cartina (probabilmente). (CONTINUA NELLA 2° PARTE)
    DALILA BUSUITO 2°A

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  21. da ... UN INCONTRO MEMORABILE (2° PARTE)
    Entrammo nella giungla. Vedemmo molti animali.. Ragni, serpenti forse anche velenosi... Ce ne fu uno in particolare, era una tigre che fortunatamente non mi vide.
    Ad un certo punto l'atmosfera si fece tetra e paurosa... Il pilota e mio padre erano spariti nel nulla, ma non ebbi paura , ero convinta che mi stessero facendo uno scherzo. Continuai comunque a camminare, ma loro non si facevano ancora vivi. Ad un certo punto mi fermai, sentivo che c'era qualcosa dietro di me. Scrutai il luogo, ma non vedevo ancora nessuno. Credevo che fossero mio padre ed il pilota, invece un specie di oggetto volante mi afferrò dicendomi di stare giù. Mi avvertì che quell'animale che mi aveva colpito tanto non era quel che sembrava... Disse che aveva rapito molti bambini della sua tribù. In quegli attimi ci fu un silenzio inquietante fino a quando non si udirono delle grida. Riconobbi la voce: era quella di mio padre. Appena quella tigre se ne andò cominciammo a camminare. Arrivammo ai piedi di una montagna, anzi, ai piedi della montagna. Il mio estinto mi diceva che dovevo scalare quella parete rocciosa così lo proposi al ragazzo e lui fu felice di accompagnarmi. Nel bel mezzo della scalata vidi un pezzo di stoffa dalla stampa esotica che mi ricordava tanto la camicia del pilota...
    Vi era scritto " Siamo stati rapiti da una tigre che ci sta portando su in cima alla montagna. Per Irina".
    Questo cominciò a preoccuparmi così mi affrettai a salire lasciando indietro il ragazzo. Arrivata in cima presi una corda che probabilmente era stata lasciata lì apposta e scesi. Non ebbi problemi a salire grazie al professore di educazione fisica. Cercai di fare il più piano possibile per non farmi sentire. Però a causa di un mio passo rumoroso il tipo si svegliò e tentò di colpirmi con la sua spada ma fortunatamente non ci riuscì perché arrivò il ragazzo che lo fermò.
    Prendemmo le chiavi e aprimmo le celle dove l'uomo aveva rinchiuso gli abitanti dell'isola, mio padre ed il pilota.
    Chiamammo i soccorsi che in meno di due ora riuscirono a salvarci. Dopo pochi minuti il ragazzo mi portò via; sembrava che volesse chiedermi qualcosa d'importante. Mi implorò di rimanere, ma mio padre non me lo avrebbe mai permesso.
    Fui costretta a salire sull'aereo senza distogliere lo sguardo da quello del ragazzo dicendogli: " Tornerò a trovarti".
    DALILA BUSUITO 2°A

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  22. IL MARE
    In tutta la sua bellezza sembra attaccato al cielo
    immensa distesa d'acqua alla volta celeste fa velo
    Con la notte che gli fa da enorme cappello
    E le stelle che formano un grande tappeto bello
    Il rischiarar dell'acqua alla luce della luna
    il mare si nasconde al cielo dietro una duna
    è come raccoglier ciliegie in un giorno d'estate
    la gioia dei bambini che al mare passano le giornate.
    ( Giuseppe Volpe)

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